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Chiesa arcipresbiteriale di S. Margherita

https://www.comune.olevanoromano.rm.it/immagini_pagine/24-08-2022/1661355437-38-.jpg

La Chiesa arcipresbiteriale di S. Margherita può essere datata con molta probabilità all’inizio del Trecento, considerando che una delle tre campane riporta l’iscrizione del 1303. Ad ogni modo la chiesa, con il titolo di arcipretura, è citata negli Statuta Olibani del 1364 e di certo esistente a quell’anno. Tuttavia non sappiamo nulla dell’edificio medievale, almeno fino a quando non si deciderà di eseguire un saggio al di sotto dell’attuale pavimento. Tutto ciò che sappiamo della chiesa, precedente alla riedificazione barocca, è contenuto nelle sacre visite ante 1597, in cui si dichiara il restauro totale dell’edificio. Dunque, prima dei lavori, la chiesa risulta coperta da una volta a botte e suddivisa in una navata centrale e una navatella sull’ala sinistra, separate da un ordine di colonne. Con il benestare di Pompeo Colonna, signore del ducato di Zagarolo, comprendente Olevano, si progettò l’erezione dell’arco trionfale mentre per il presbiterio si optò di ricavarlo sul sito di una precedente antica cappella. Nel frattempo il cardinale Marcantonio Colonna e Orinzia Colonna, signora di Olevano e moglie di Pompeo, elargirono donazioni per il nuovo edificio.
La sacra visita del 1610 dichiara che la chiesa è consacrata e si ordina di dipingere l’immagine della beata Margherita al di sopra del portale d’ingresso, disposizione mai espletata. Nel corso dell’anno seguente, 1611, abbiamo l’iscrizione sulla facciata dell’edificio:

TEMP. DIVAE MARGARITAE ANNO D.NI MDCXI


Il resoconto del 1614 indica gli altari presenti all’interno della chiesa:


lato sinistro

S. Giuseppe e S. Salvatore
Purificazione e della Maddalena
Beata Maria Vergine del Carmelo
S. Francesco d’Assisi

battistero


lato destro

S. Lucia (poi Madonna di Lourdes)
S. Antonio da Padova
S. Michele Arcangelo
S. Pietro (poi S. Francesco di Paola e Sacro Cuore)
S. Caterina d’Alessandria (poi S. Anna e Madonna Addolorata)


Nel 1627 la chiesa viene dotata di un organo, collocato sulla cantoria sopra l’ingresso. La visita del 1669 racconta che fino a quell’anno esisteva una stanza, sopra la sagrestia e adiacente al presbiterio, utilizzata come coro dei canonici, poi spostato direttamente dietro l’altare. Sempre nel presbiterio, sopra gli scranni lignei, erano collocate le reliquie dei santi custodite in Santa Margherita. Il quadro con l’immagine della santa titolare è attribuito al Manenti ed eseguito fra il 1660 e il 1669 mentre la balaustra detta ‘in stile moderno’ fu installata fra il 1703 e il 1754. L’edificio era dotato di un atrio porticato. Sappiamo che due forni, collocati lungo l’attuale Via Pio Cassetta, al di sotto della chiesa, emettevano un fumo continuo che aveva annerito le pitture all’interno dell’edificio mentre sul lato nord, le vetrate risultano rotte per cui dall’alto, di tanto in tanto, precipitavano delle galline che giravano fra le abitazioni adiacenti. Per ciò che concerne il campanile, aveva l’orologio, ma anche una cuspide menzionata dalle visite pastorali e illustrata da una carta ‘stradale’ del XVII secolo, custodita presso l’Archivio di Stato a Roma. A fine Novecento la torre campanaria non presentava tale copertura, ricollocata solo in occasione degli ultimi restauri alla facciata avvenuti all’inizio del nostro secolo. Riguardo le campane, la torre ne ospita tre: quella ‘targata’ 1303, descritta all’inizio del documento e due più grandi fuse nel corso del Settecento dalla fonderia De Biasi che vi incise il proprio nome sopra. L’aspetto della chiesa barocca cambiò di nuovo con i lavori di restauro di fine Ottocento, voluti dal mons. Bonuglia e diretti dall’architetto Sneider. All’esterno una cortina muraria di supporto venne addossata all’ala Nord, dentro venne rifatto il pavimento e le colonne furono inglobate in pilastri, sul soffitto fu installato un cassettonato con al centro l’immagine della santa titolare nell’atto di schiacciare il demonio sotto forma di drago. In alto, ai lati delle finestre, le figure di otto santi fra cui il martire prenestino Agapito. Fra la sagrestia e il presbiterio venne ricavata la cappella del SS. Sacramento con i dipinti dell’Ultima cena e della Crocifissione mentre nel 1902 risulta terminatala decorazione del vano del presbiterio con due affreschi del Galimberti i quali raffigurano due momenti della vita di Santa Margherita: Margherita ripudiata dal padre e il martirio della santa; salendo verso l’apice della cupola le rappresentazioni di Virtù e Angeli con emblemi. All’esterno vennero aperte due porte minori ai lati dell’ingresso principale.

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